08/06/2016
A Mortara (PV) la cooperativa Come Noi ha realizzato un progetto innovativo di vita indipendente per persone con disabilità intellettive. Tutto è iniziato quando la famiglia di Luca ha messo a disposizione un appartamento, in cui convivono ora quattro persone: non è una microstruttura, si tratta proprio di privato domicilio. Qualcosa che capovolge tutte le logiche dei servizi residenziali. La legge per il dopo di noi aveva in mente proprio questa realtà quando ha scritto l'articolo 4 e parlato di mutualità famigliare. Ecco come funziona.
Luca è andato a vivere nella casa della nonna, insieme ad altri tre amici. Hanno fra i 43 e i 52 anni, una disabilità intellettiva, storie di vita molto diverse alle spalle. Tre di essi hanno ancora almeno un genitore e sono proprio i genitori che hanno saputo cogliere il bisogno di autonomia dei figli e incoraggiato questa esperienza di emancipazione dalla famiglia di origine, quella spinta che tutti i figli vivono ma che troppo spesso, nel caso di persone con disabilità, non si realizza. Ecco, il dopo di noi durante noi (che a dirlo sembra uno scioglilingua) è questo.
Luca e i suoi amici non vivono in una struttura o in un servizio che porta la parola “casa” nel nome per richiamarne la dimensione affettiva: no, vivono in un normalissimo appartamento, casa propria, il proprio privato domicilio. È qualcosa che capovolge e rivoluziona l'approccio che fino ad oggi ha governato l'offerta di servizi residenziali per persone con disabilità. Questa esperienza pilota pavese quindi ha avviato anche un’emancipazione dai classici servizi residenziali offerti alle persone con disabilità, in un panorama che vede ancora l’istituto battere gli altri servizi per 86 a 4 (i servizi con oltre 30 posti letto in Italia rappresentano l’86% dell’offerta di servizi residenziali per persone con disabilità e soluzioni alternative come le case famiglia o le piccole comunità alloggio rappresentano il 3,7% del totale).
Gli «interventi innovativi di residenzialità» che sono tratteggiati dalla legge sul dopo di noi, di prossima approvazione, trovano qui a Mortara una prima concreta realizzazione, anche nella parte in cui si fa cenno al “mutuo-aiuto” tra famiglie e alla possibilità di destinare al figlio con disabilità l’abitazione di proprietà, affinché ci viva insieme ad altre 2/3 persone. Il fil rouge? Che de-istituzionalizzazione e dopo di noi si leghino tout court alla vita indipendente.
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