30/09/2016
Il preside della facoltà: un esempio per tutti gli altri studenti
Ha studiato seduto sul water della cella e i suoi primi progetti li ha realizzati tutti a mano. Disegno vero, quello che oramai gli ingegneri non fanno più da parecchio tempo. «Certo, in carcere non c’era una scrivania e per preparare gli esami dovevo isolarmi in bagno, oppure in un sottoscala. Non potevo neanche usare un computer, ho studiato senza internet: sembra assurdo di questi tempi». Renzo Becconi deve scontare una pena a 18 anni di carcere: è accusato di omicidio e dal 2007, da quando è entrato in carcere, si è messo a studiare. In sei anni è diventato ingegnere civile: tre anni per il diploma e altri tre per la laurea. Ha 41 anni e nell’aula magna della Facoltà di Ingegneria è il più anziano, ma è anche quello che ha impiegato meno tempo per arrivare alla tesi. Avrebbe dovuto discuterla a febbraio e invece ha anticipato tutti. «Un record», dice il preside Corrado Zoppi. Renzo piange abbracciato alla madre anziana e annuncia: «Mi sono già iscritto alla specialistica. Non mi fermo qui, questo è il mio riscatto. Quando sono stato condannato ho pensato che avevo due strade: uccidermi o ripartire. La via per ricominciare l’ho trovata nei libri».
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