02/03/2015
«Contrastare e combattere le false cooperative, quelle che prostituiscono il proprio nome di cooperativa, cioé di una realtà assai buona, per ingannare la gente con scopi di lucro contrari a quelli della vera e autentica cooperazione». Papa Francesco lo ha chiesto ai 7mila soci della Confcooperative, presenti oggi in Vaticano, nell'Aula Nervi. Il Papa ha invitato le cooperatiove bianche ad opporsi ai disonesti, «perché assumere una facciata onorata e perseguire invece finalità disonorevoli e immorali, spesso rivolte allo sfruttamento del lavoro, oppure alle manipolazioni del mercato, e persino a scandalosi traffici di corruzione, è una vergognosa e gravissima menzogna che non si può assolutamente accettare».
Il Pontefice, come sosteneva Basilio di Cesarea, ha sottolineato che «il denaro è lo sterco del diavolo». Quando «diventa un idolo, comanda le scelte dell'uomo». Alla Confcooperative il Pontefice ha detto che «il denaro al servizio della vita può essere gestito nel modo giusto dalla cooperativa, se autentica, dove non comanda il capitale sugli uomini, ma gli uomini sul capitale». Il Papa ha suggerito più collaborazione tra cooperative bancarie e imprese, di pagare «più giusti salari» e operare per «far vivere con dignità le famiglie».
Secondo il Pontefice l'economia cooperativa deve perseguire «finalità trasparenti e limpide»: «Il socio della cooperativa non deve essere solo un fornitore, un lavoratore, un utente ben trattato, dev'essere sempre il protagonista, deve crescere, attraverso la cooperativa, come persona, socialmente e professionalmente, nella responsabilità, nel concretizzare la speranza, nel fare insieme». «Non dico - ha poi chiarito il Papa - che non si debba crescere nel reddito, ma ciò non basta: occorre che l'impresa gestita dalla cooperativa cresca davvero in modo cooperativo, cioé coinvolgendo tutti». Per il Papa bisogna avere «il coraggio e la fantasia di costruire la strada giusta per integrare, nel mondo, lo sviluppo, la giustizia e la pace».
Tra Chiesa e mondo della cooperazione, ha spiegato Francesco, «le forme della collaborazione devono essere diverse, rispetto a quelle delle origini, ma il cammino deve essere sempre lo stesso». Ha chiesto di tendere una mano soprattutto dove ci sono le vecchie e nuove periferie, dove ci sono persone svantaggiate, dove ci sono persone sole e scartate, dove ci sono persone non rispettate.
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[fonte: ilsole24ore.it]