21/05/2015
Cartellino di riconoscimento, comunicazioni, bacheche aziendali, dati sanitari, controllo della navigazione internet, videosorveglianza: ecco come devono essere usati per ledere il meno possibile la privacy dei dipendenti.
Il Garante per la Privacy ha reso note alcune misure che le aziende private e le amministrazioni pubbliche dovrebbero adottare per tutelare la privacy dei dipendenti, i quali hanno diritto a mantenere riservati alcuni dati sensibili nei confronti dei colleghi, dei clienti e di tutti coloro con cui entrano in contatto per ragioni di lavoro. Alcuni dati personali del dipendente possono essere poi trattati dal datore di lavoro soltanto se indispensabili e comunque nel rispetto delle misure di sicurezza necessarie a garantire la maggiore riservatezza possibile e il minore rischio di identificazione all’esterno. Difatti il trattamento dei dati personali dei singoli lavoratori è lecito solo quando è finalizzato ad adempiere obblighi derivanti dalla legge, dal regolamento o dal contratto individuale. Ogni utilizzo non necessario e non pertinente alle finalità ammesse è illecito perché lesivo della privacy e dignità del lavoratore. Nello svolgimento dell’attività lavorativa, si creano molteplici occasioni in cui le informazioni personali dei dipendenti escono allo scoperto e sono soggette ad alto rischio di diffusione incontrollata (dati relativi alla salute, al nucleo familiare, alla residenza e ai recapiti ecc.). Il Garante suggerisce, in un vero e proprio vademecum, le modalità e i mezzi più idonei ad evitare che la circolazione di tali dati violi la riservatezza e dignità del lavoratore.
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