26/05/2015
Educatori professionali, operatori sociosanitari, figure tecniche delle mediazione sociale ed interculturale, psicologi e assistenti sociali. Sono queste le figure professionali che servono alle imprese non profit.
A rivelarlo è l’indagine “Audit sui fabbisogni professionali delle imprese non profit” condotta dall’Isfol per conto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, su un campione nazionale di circa 3.000 imprese sociali con almeno un dipendente (con contratto a tempo indeterminato, a termine, di apprendistato).
In Italia il 41% delle imprese sociali con almeno un dipendente ha dichiarato di avere nell’ambito dell’organizzazione almeno una figura professionale per cui si registra un fabbisogno da soddisfare nell’arco dei prossimi mesi con specifiche attività di aggiornamento per stare al passo con la domanda sociale proveniente dalla popolazione, con riferimento a varie tipologie di servizi e prestazioni (servizi di assistenza sociale, attività ricreative e di socializzazione, attività sportive, attività culturali e artistiche, servizi sanitari, istruzione) rivolte a singoli, gruppi e comunità.
Le professioni presenti nelle imprese non profit per cui si registrano le esigenze più forti di aggiornamento, da colmare nel corso dei prossimi mesi con specifiche attività formative, sono quelle dei grandi gruppi delle professioni esecutive nel lavoro di ufficio (33,1%), delle professioni tecniche (24,5%), delle professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione (20,9%) e di quelle qualificate nelle attività commerciali e nei servizi (12%).
Per quanto riguarda le professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione il fabbisogno si concentra soprattutto in Lombardia (25,3%), Veneto (12,4%), Puglia (7,6%) e Sicilia (7,4%). Le esigenze di aggiornamento relative alle professioni esecutive nel lavoro di ufficio si registrano in prevalenza in Lombardia (14,9%), Lazio (12%), Toscana (9,7%) e Veneto (9,1%). Il discorso è in parte diverso per quel che concerne le professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi: Lombardia (23,7%), Piemonte (10,3%), Toscana (7,9%) e Veneto (7,6%). Infine il grande gruppo delle professioni tecniche, che presenta nel complesso un fabbisogno consistente in diverse regioni, tra cui Lombardia (19,3%), Piemonte (10,3%), Toscana (7,4%), Veneto e Sardegna (7% in entrambi i territori).
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